mercoledì 31 agosto 2011

Yurtta Barış, Dünyada Barış

Ossia "Pace in casa, pace nel mondo". Sono alcune tra le parole più celebri di Atatürk e sono scolpite sotto il suo gigantesco busto della collina di Izmir. Ho pensato di intitolare così il resoconto che voglio assolutamente farvi del mio viaggio in Turchia dal quale sono appena rientrata.
Partenza lunedì 22: aereo ore 10.00 da Orio al Serio, ma mi presento là due ore prima per ricevere i documenti d'imbarco dallo sportello dei Viaggi del Turchese e per caricare il bagaglio in stiva. Le due ore ci vogliono tutte, una volta passato il check-in non aspetto neanche dieci minuti e arriva la navetta che ci porta all'aereo, compagnia OnurAir (più comodo di Ryanair, decisamente molto più comodo!!). Atterriamo alle 13.40 ora locale (bisogna spostare l'orologio un'ora avanti) e veniamo smistati tra le varie guide. Alla fine siamo sei pullman da 40 persone. La nostra guida si chiama Ediz e scopriremo in seguito di essere stati decisamente fortunati ad averlo incontrato perchè si è rivelato una persona davvero splendida e squisita, di come se ne incontrano poche. Siamo fortunati anche come gruppo: tendenzialmente giovane (il più anziano ha solo 63 anni e il più giovane ne ha 9) e tutti viaggiatori; penso sia un caso più unico che raro, ma non c'è mai stato un ritardo da parte di nessuno, nè una lamentela, nè necessità improvvise che stravolgessero il programma e nessuno è mai stato male. Insomma: la vacanza ideale. Non so come sia andata negli altri pullman, ma da noi è stato un piccolo idillio, nonostante, ovviamente, ci fossero persone più simpatiche di altre. Dopo essere arrivati all'hotel Günes (****), in Istanbul, posizionato sulla tangenziale, leggermente decentrato, abbiamo cominciato con la riunione di benvenuto dove abbiamo fissato i vari "paletti" per il viaggio, mentre sorseggiavamo l'aperitivo di benvenuto gentilmente offertoci. La prima visita è stato un giro di tre ore della città dopo cena: Istanbul by night. Uno spettacolo. Poi, con il fatto che eravamo nel periodo del Ramazan, tutte le città erano in festa, tutto era illuminato, comprese le moschee. Tra l'altro Istanbul non dorme mai, tutti i negozi, persino i fruttivendoli, sono aperti ventiquattr'ore su ventiquattro.
La mattina dopo, di buon'ora abbiamo visitato la chiesa (poi moschea, oggi museo) di San Salvatore in Chora, ricca di mosaici ed affreschi tratti dai vangeli apocrifi. Per quanto sia piccola, è tenuta alla perfezione, recentemente ristrutturata, è un vero gioiellino. Abbiamo poi proseguito a piedi verso la moschea di Solimano il Magnifico che, come atmosfera ho apprezzato ancora più della celeberrima moschea blu che abbiamo visitato subito dopo. Proprio di fronte è collocata la monumentale Santa Sofia, dove sono appena terminati i restauri. Grazie a Ediz abbiamo potuto visitare, pur non essendo prevista nel programma, la cisterna adiacente. Si tratta di un palazzo sotterraneo dell'epoca bizantina che veniva utilizzato in passato come cisterna e che oggi è stato tramutato in museo; scendendo le scale sembra davvero di entrare in un altro tempo, oltre che apprezzare il fresco e l'oscurità. Sempre proseguendo a piedi abbiamo raggiunto il Gran Bazar: è un vero labirinto. È vero, ci si può trovare di tutto, è molto suggestivo a vedersi, ma a me ha fatto un po' l'impressione di essere una "fregatura per turista" perciò mi sono limitata a fare foto, ma non ho acquistato nulla. Nel pomeriggio abbiamo visitato, invece, il bazar delle spezie, noto anche come bazar degli egiziani, e lì è molto più picevole perdersi tra i colori e i profumi da mille e una notte. Oltre al tipico edim çai (tè alla mela) ho acquistato pistilli di zafferano iraniano, ma ci sono spezie davvero pe tutti i gusti. Per concludere la giornata ci siamo rilassati con una lunga crociera sul Bosforo, ammirando le coste di questa splendida città che vanta 15 milioni di abitanti e una storia da far girara la testa.
Terzo giorno: visita del palazzo di Topkapi, un'altra meraviglia incredibile. Non ci sono molte parole per descriverlo, ma se non potete visitarlo di persona vi consiglio di vedere il film omonimo, giusto per farsi un'idea. Dopo pranzo siamo partiti alla volta di Ankara (453km) e abbiamo avuto la nostra prima (e fortunatamente unica) disavventura: si è rotto il pullman dopo un'ora che eravamo in autostrada. Fortunatamente un altro autista, in ferie, abitava poco distante e ci è venuto a prendere in una decina di minuti. Siamo stati fortunati insomma. Alla sera siamo arrivati nel nostro hotel di Ankara (Hotel Buyuk Anadolu ****) sani e salvi.
La mattina seguente, dopo la visita al museo delle civiltà anatoliche di Ankara abbiamo ripreso il cammino verso la Cappadocia. La prima sorpresa è stato il lago salato, un vero spettacolo naturale. Avevo visto il Mar Morto, e si tratta più o meno dello stesso fenomeno, ma qui durante l'estate l'acqua evapora completamente e rimane solo il sale. Sembra di essere sulla neve. Con questo sale vengono realizzati prodotti cosmetici e viene ricavato il sale da cucina ovviamente. Una volta arrivati abbiamo ricevuto il colpo di grazia, in senso positivo naturalmente, perchè abbiamo potuto visitare con la suggestiva luce del tramonto la valle di Goreme con le famose chiese rupestri, in cui gli affreschi sono ancora perfettamente conservati. Entrando nel "duomo" si ha un po' la stessa sensazione di vedere gli affreschi di Giotto ad Assisi: un vero spettacolo naturale ed artistico. Siamo poi arrivati in hotel (Hotel Dinler *****). Dopo cena, grazie ad Ediz abbiamo potuto trascorrere una deliziosa serata a base di çai, raki e naghilè alla mela, sullo sfondo della Cappadocia: un'esperienza unica.
La mattina seguente ci siamo persi nell'escursione tra le abitazione troglodite (abitate fino al 1952) di Zelve e tra i camini delle fate. subito dopo pranzo abbiamo proseguito la visita delle città di Ortahisar e Uchisar, con la splendida fortezza, dove ho lasciato un pezzettino di cuore a un ragazzo di nome Zalimn che, probabilmente, non rivedrò. Infine abbiamo concluso con una visita della valle dell'uva, della valle dei cacciatori e della valle dei piccioni.
Sesto giorno: la sveglia ha suonato alle quattro e mezza visto il lungo viaggio che ci attendeva (650km). La prima visita è stata a una delle città sotterranee utilizzate come rifugio dai cristiani ed erano le sei del mattino. Dubito che mi ricapiterà di visitare un museo così presto. Lungo il percorso ci siamo fermati al Caravanserraglio di Sultanhani e abbiamo poi proseguito verso Konya per la visita al mausoleo di Mevlana, grande figura della spiritualità musulmana. Era, tra l'altro, un giorno di festa, l'equivalente islamico del nostro Natale perchè la notte prima Maometto era diventato profeta, perciò c'erano molti visitatori islamici e la visita è stata ancora più suggestiva. Verso sera siamo arrivati nell'area di Pamukkale/Denizli dove, pur non avendone il tempo materiale, abbiamo visitato una piccola parte del sito archeologico di Gerapoli, in particolare il teatro, per poi goderci il tramonto su un altro regalo della natura: le cascate pietrificate. Abbiamo pernottato all'Hotel CH Pamukkale (****).
Settimo giorno: Siamo partiti nuovamente di buon'ora per raggingere il sito di Afrodisias, uno dei luoghi archeologici maggiormente interessanti della Turchia dove gli scavi proseguono tutt'ora. In serata abbiamo raggiunto Efeso e quest'ultima tappa è stata forse una delle cose più belle che abbia visto in questo viaggio incredibile. Su tutto la biblioteca di Celso, con il sole alle spalle che tramonta e il silenzio che aleggia lì intorno perchè eravamo l'unico gruppo a visitare il sito vista l'ora. È stata davvero un'esperienza unica. Il viaggio è proseguito ancora verso Izmir dove abbiamo pernottato all'Hotel Aksan (****).
Non si può dire che abbiamo dormito molto perchè alle 5 del mattino eravamo già in aeroporto dal momento che l'aereo sarebbe decollato alle 7.00, ma il sonno è stato senz'altro profondo. Purtroppo, alle 9.00 ora locale scendevamo sul suolo dell'aeroporto Michelangelo di Bergamo e tornavamo a respirare l'aria italiana.

Questo è il resoconto del viaggio, poi veniamo a quelche notizia pratica che potrebbe tornarvi utile in caso decideste di visitare la Turchia, cosa che vi consiglio vivamente.
Cibo e cibarie: allora, se siete vegetariani nessun problema, mangerete benissimo, qualche problema in più se siete vegani, ma, nel complesso, troverete molte cose da mangiare. Il pasto tipico si svolge in questo modo: come antipasti una bella insalatina di verdure crude di stagione (se siete nella zona sull'Egeo non dimenticate di chiedere un assaggio del locale aceto di melograno, è molto gustoso e rinfrescante!) e una zuppa calda, solitamente di lenticchie. L'usanza della zuppa risale al periodo della guerra, quando non c'era pane fresco e nasceva la necessità di smaltire il pane secco che veniva, quindi, inzuppato. Tra altri antipasti tipici troverete la famosa pizza turca farcita in vari modi: o con il formaggio, o con la carne trita o con le uova; delle uova strapazzate con pomodoro e cipolle; involtini di foglie di vite; involtini di sfoglia fritta ripieni di formaggio. Tra le salsine da accompagnare con il tradizionale pane turco non mancano: la purea di fave, una crema di formaggio e pomodoro leggermente piccante e altre puree di legumi. La portata principale può variare: se vi trovate sulla costa il pesce è ottimo, anche se un po' caro, molto più economico è il kebap di cui esistono centinaia di varietà (per intenderci è come dire "pasta" in Italia: le qualità sono innumerevoli). Come accompagnamente troverete verdure cotte (solitamente zucchine, peperoni o melanzane) e del riso basmati bianco. Se siete vegetariani sostituiranno la carne con dei legumi oppure con del formaggio ottimo. Il pasto si conclude generalmente con della frutta fresca, soprattutto anguria, melone giallo e uva sultanina fresca (ottima e senza semi!); se siete nella zona dell'Egeo non fatevi mancare i fichi! Trovere ovunque una notevole quantità di frutta secca e dolcetti vari di cui, purtroppo, non sono amante a caura del fatto che sono tutti immaersi nella melassa che dopo un boccone mi dà la nausea. A colazione non fatevi mancare lo yogourt locale, più denso e acidulo di quello greco (io l'ho adorato) e se capitata nella zona dell'Egeo assaggiate lo "yogourt drogato" cioè condito con miele e oppio. Lo yogourt è consigliato a colazione anche se non vi piace (ne basta qualche cucchiaio) per prevenire eventuali problemi intestinali che terrorizzano i turisti. Io, su consiglio di Ediz, ne ho mangiato sempre (a parte che mi piaceva molto e l'avrei mangiato comunque) e pur mangiando sempre frutta e verdura fresca (sconsigliato al turista che teme questo tipo di problema) non ho avuto alcun minimo problema, nulla di nulla. L'unica avvertenza: non commettete l'errore di bere acqua del rubinetto, nemmeno negli hotel (dove solitamente c'è anche l'indicazione di non farlo "içilmez" vuol dire vietato in turco) perchè non è potabile.
Acquisti: oltre a tutto ciò di tipicamente turistico che troverete in giro non tornate in Italia senza qualcosa che abbia l'occhio di Allah (portafortuna), una spilla, un bracciale, un ciondolo o un magnete, ce n'è per tutti i gusti. Se vi piacciono i tappeti sappiate che è l'arte nazionale turca, nonostante i tappeti iraniani godano di maggior fama, mentre l'arte nazionale maschile è quella della ceramica, perciò se vi piacciono le ceramiche ne troverete di ottima fattura e tutte rigorosamente fatte e dipinte a mano. Non mancano i gioielli, soprattutto ricordatevi che la pietra nazionale è il turchese (da cui deriva il nome Turchia) che è di un azzurro molto vivo. Fidatevi solo di coloro che vi rilasciano il certificato di garanzia per essere sicuri che sia davvero turco e che non sia un falso. Per qualche pensierino meno costoso, ma comunque molto apprezzabile, vi segnalo l'acqua di colonia al limone: ha un otimo profumo ed è anche un disinfettante essendo ad 80°, l'antenato dell'amuchina insomma. Troverete anche pashmine di ogni tipo e spezie ovviamente. Se decidete di acquistare dei pugnali pensateci bene, in aeroporto potrebbero perquisirvi per essere certi che non siate terroristi.

Croissant come mi vuoi

Ecco una ricettina semplice semplice e per tutti i gusti per salutarvi al mio rientro! Si tratta di piccoli e gustosi croissant che potete fare sia nella versione dolce che nella versione salata, come preferite insomma! E, tanto per cambiare, sono vegani, poi a voi la scelta di farcirli come preferite. Siccome la ricetta è molto semplice vi fornisco delle varianti.

Croissant vegani salati:
Mettete nel mixer 250g di farina 00, una presa di sale, mezza bustina di lievito, 125g di olio evo, 125 g di pastella di farina di ceci e frullate fino ad ottenere un impasto. Estraetelo e impastate rendendolo compatto. Stendetelo in forma rotonda e tagliatelo a spicchi. Nel frattempo frullato un panetto di tofu da 125g con un po' di latte vegetale (io ho sato quello di riso) e mettetelo al centro del triangolo per fare il ripieno. Arrotolare i croissant e infornate per 20 minuti a 180 gradi.

Croissant vegani dolci:
Con gli stessi ingredienti mettete un po' meno sale e più zucchero nell'impasto e usate, oltre al lievito per dolci, un po' di essenza di cannella o di mandorla a vostro piacimento. Nel frullare il tofu potete aggiungere oltre a dello zucchero qualche pezzetto di frutta secca o della marmellata, insomma forza con la fantasia!

Croissant non vegani salati:
Al posto della pastella di farina di ceci mettete un vasetto da 125g di yogourt bianco. All'interno potete farcire con dei pezzetti di formaggio, con del prosciutto o dello speck, o anche con un trito di carne. Se volete rimanere sul vegetariano anche con delle belle verdurine grigliate magari.

Croissant non vegani dolci:
Al posto della pastella di ceci mettete un vasetto da 125g di yogourt cremoso o alla frutta (se lo mettete ai frutti di bosco i croissant vi verranno leggermenti rosati, sono carini da vedere, soprattutto per i bambini magari. All'interno potete farcire con il miele, la frutta secca, la marmellata, o potete anche lasciarli vuoti.Al posto dell'olio potete mettere il burro, sempre 125g.

Sono un'idea abbastanza carina e ci vuole davvero pochissimo per farli. Possono essere anche un'idea carina per un aperitivo con gli amici!

Xoxo
l'impasto tagliato a triangoli
I croissant sfornati

domenica 21 agosto 2011

Saluti e a presto!

Ebbene gente: vado in vacanza!!! Finalmente direi! Domani mattina: destinazione Turchia. Il viaggio è molto promettente e come ogni bel viaggio ci sono delle ingognite: la maggiore, nel mio caso, è chi saranno i miei compagni; eh si, perchè si tratta di un viaggio organizzato e parto da sola, quindi, volente o nolente, conoscerò delle persone e chi mi conosce sa quanto adori conoscere gente nuova! mi auguro che siano simpatici e giovani soprattutto! Comunque che ce la si possa spassare un po'. Vedremo insomma, non mancherò di aggiornarvi al mio rientro. È strano comunque perchè, per la prima volta, quasi mi dispiace un po' partire. Non fraintendetemi, sono contentissima, non ci sono dubbi, ma è stata un'estate così bella e così intensa che pensare di lasciare tutti mi rattrista un po', e lasciare una persona in particolare mi dispiace proprio, ma alla fine sono otto giorni e di sicuro quando sarò là voleranno e non vorrò più tornare! Lo so: sono strana, ma che ci vogliamo fare?
Perciò abbiate pazienza per un po' perchè non aggiornerò il blog, ma tornerò con tante belle novità. Buon proseguimento a voi e, che dire, a presto!

sabato 20 agosto 2011

Cocotte du Soleil

Sono delle semplicissime, ma gustosisime cocotte molto gialle e solari, ma vi potrebbero stupire (o almeno spero!). Controindicazioni: bisogna accendere il forno e con il caldo di questi giorni è da veri temerari, ma meritano.

Ingredienti:
una confezione da 250g di lupini sottovuoto
due o tre carote biologiche
scalogno (o cipolla)
sale
salmoreggia
curry

Procedimento:
La parte più lunga e noiosa, ve lo dico subito, è sbucciare i lupini, ma dopo quello ci vogliono due minuti. Quindi sbucciate ttti i lupini e sciacquateli bene. Nel frattempo preparatevi il soffritto, io oggi l'ho fatto con lo scalogno perchè ce l'avevo in casa da un po', ma, ovviamente, la cipolla va benissimo. Fate anche sbollentare appena le carote, non è necessario che siano proprio cotte. Io le ho passate in microonde per 5 minuti. mettete tutti gli ingredienti nel mixer e lasciategli fare il "lavoro sporco". Nel frattempo preparatevi due cocottine e poi riempitele con il composto premendolo bene (è piuttosto sfarinato). Infornate a forno caldo a 180° per 15 minuti circa finchè fanno la crosticina. Vi consiglio di mangiarle fredde con il caldo che fa, ma d'inverno sono ottime anche appena sfornate.

Xoxo

giovedì 18 agosto 2011

PiccanTako!

Ossia polpo (in giapponese tako) piccante e voi direte meno male: finalmente qualcosa che non sia vegano/vegetariano! Si, perchè, in effetti, al pesce, ai molluschi, ai crostacei eccetera non posso riunciare. La ricetta è molto semplice e gustosa e nasce prevalentemente dalla necessità di smaltire i pomodori e il polpo appunto.

Ingredienti:
una confezione di polpo surgelato
bulghur
pomodori ben maturi
cipolla
prezzemolo tritato
olio al peperoncino
sale

Procedimento:
In una padella mettete dell'olio al peperoncino e fate rosolare la cipolla. Nel frattempo pelate i pomodori e poi spremeteceli dentro quando inizia a "sfrigolare", aggiungete il prezzemolo e lasciate cuocere finchè ottenete una salsa. Qui non ho aggiunto sale perchè avevo i pomodori dell'orto che sono molto saporiti e volevo evitare che poi si dovesse bere un otre d'acqua per mandarlo giù. Mentre cuoce la salsa mettete sul fuoco due pentole, in una buttate il sale quando bolle, nell'altra no. In quella dove non c'è sale ho scongelato il polpo (la confezione diceva 2 minuti in acqua bollente), poi scolate subito e lasciate raffreddare sennò diventa troppo duro. In quella con il sale buttate il bulghur. La prima volta che l'ho fatto ho trovato difficoltà a scolarlo perchè gli scolapasta hanno denti troppo larghi e lo perdevo, perciò ora faccio così: mettete una quantità d'acqua doppia rispetto al bulghur, lui la consuma tutta e non dovete scolarlo. Tenetelo mescolato però, soprattutto quando vedete ch l'acqua è poca, altrimenti si attacca. A questo punto è tutto molto semplice: prendete una bella cotola e unite bulghur e polpo e versate sopra la vostra salsa, girate bene e lasciate riposare così il bulghur assorbirà ancora il liquido. Io ho aggiunto ancora un po' d'olio piccante e del prezzemolo. Se siete delle persone normali (non come me che non digerisco l'aglio) potete fare un olietto aromatizzato all'agio con un po' di succo di limone e ancora un po' di prezzemolo per poi cospergerlo all'ultimo minuto.

Xoxo

martedì 16 agosto 2011

Salto di un miglio

O meglio miglio al salto.
In realtà si tratta di una ricetta più che classica, ma l'ho voluta un po' rivisitare anche perchè in questo periodo ho una voglia assurda di riso e ne sto mangiando davvero tanto. Perciò, per una volta niente riso anche se la tradizione lo vorrebbe. Al suo posto ho utilizzato il miglio, uno dei cereali più antichi con un ottimo apporto di proteine, sali minerali e fibra grezza, oltre che di vitamine e calcio. Non contiene glutine, così anche chi fosse celiacho può provarlo ed ha un buon sapore.
La ricetta che ho scelto è quella del risotto al salto, però andiamo con ordine, partiamo dalla preparazione del miglio.

Ingredienti:
miglio
una cipolla
brodo vegetale (quantità 2 volte - 2 volte e mezza rispetto al miglio)
zafferano

Procedimento:
Preparate il brodo vegetale e intanto fate cuocere la cipolla tagliata sottile. Tostate il miglio con la cipolla e poi aggiungete il brodo. Coprite con un coperchio (non ermetico) e lasciate cuocere. Il tempo di cottura è di 20 minuti a fuoco basso, ma io vi consiglio di controllarlo dopo 10 minuti perchè potrebbe volerci altro brodo. Perciò scoperchiatelo e giratelo con un cucchiaio di legno, se è necessario aggiungete brodo, altrimenti coprite e ripetete l'operazione dopo altri 5 minuti. A questo punto potete far sciogliere lo zafferano in un po' di brodo ed unirlo al miglio continuando a mescolare per gli ultimi 5 minuti rimanenti di modo che non si attacchi. A questo punto è pronto e se lo volete mangiare come fareste con il risotto lasciatelo riposare qualche minuto e servitelo ben caldo. Se invece volete cimentarvi nel farlo saltare lasciatelo raffreddare di modo che diventi bello colloso.
Prendete una padella media (monoporzione così è più semplice il procedimento) e oliatela bene poi metteteci una parte del miglio e spianatelo bene con la forchetta. È molto colloso, ma non lasciatelo troppo spesso sennò non viene. Facendolo scaldare la consistenza si "smollerà" diciamo, ma non vi preoccupate, se gli fate fare una bella crosticina sotto poi lo girate senza problemi. A quel punto fate dorare anche dall'altro lato e servite. È ottimo sia caldo che freddo (a differenza del risotto che freddo poi è immangiabile).
Mentre dora il lato sotto dopo aver fatto il salto
Xoxo

venerdì 12 agosto 2011

Il sorprendente album d'esordio dei Cani

Ammetto che li avevo già sentiti. Ascoltando 105 all'Una con Alessandro Cattelan, ma fino a questo pomeriggio non li avevo davvero apprezzati. Su youtube c'è caricato tutto l'album, ossia Il sorprendente album d'esordio dei Cani e, mentre scrivevo un racconto me lo sono ascoltato. Ho sempre musica in sottofondo, la maggior parte delle volte rimane tale, se, però, è particolarmente buona riesce a catturare la mia attenzione e a farmi focalizzare su di essa.
È quello che è successo oggi per l'appunto e ho pensato di condividere con voi questa mia scoperta.
La musica è piacevole, ma trovo che soprattutto i testi siano da prendere in considerazione. Avete presente i Baustelle? Ecco, la musica è un po' meno dolce e i testi hanno perso totalmente ogni velo di opacità che nasconda quello che vive la generazione dei ventenni. Baustelle: raccontano la verità camuffandola con un po' di romanticismo; I Cani: ti spappolano la vita in faccia a costo di non piacerti. Già la copertina dell'album sembra fatta apposta per essere disapprovati.
Io vi consiglio di ascoltarvi tutto l'album e, magari, di comprarlo, però vi metto il link della canzone che a me è piaciuta maggiormente. Spero che piacciano anche a voi!

Xoxo

mercoledì 10 agosto 2011

Il polpettone che ama lo shopping

Si, perchè sono di ritorno da una splendida giornata all'outlet di Serravalle con due carissimi amici e mi sono divertita un sacco, oltre ad aver acquistato una borsa meravgliosa!!
Ma veniamo alla cena: polpettone vegetariano e anche vegano, come al solito insomma.

Ingredienti:
bocconcini di soia
lenticche già cotte
cipolla
pomodoro
fagiolini interi già cotti (ma al dente)
una carota intera (cruda)
un pezzo di alga wakame
prezzemolo
salvia
salsa di soia
farina di ceci

Procedimento:
Mettete a bollire l'acqua con l'alga wakame senza ammollarla e buttateci i bocconcini di soia che cuociono 10 minuti. Nel frattempo frullate nel mixer le lenticchie, la cipolla già cotta, un pomodoro, del prezzemolo e la salvia. Scolate i bocconcini, aspettate che si raffreddino un po' e strizzateli bene, poi aggiungeteli nel mixer e mixate ancora. A questo punto trasferitevi in un recipiente, ma il più è fatto. Il composto dovrebbe comunque essere piuttosto morbido, perciò aggiungete la salsa di soia per condire (se non l'amate ricorrete al classico sale&olio) e per addensare un po' della farina di ceci; non troppa sennò si asciuga troppo. Aggiungete i fagiolini interi e mescolate. Poi preparatevi uno stampo, incartatelo e mettete dentro metà del composto, infilate la vostra bella carotona cruda (biologica) e ricoprite con il resto del composto. Cuocete in forno per 30 minuti a 180°, sfornate e lasciate raffreddare di modo che rapprenda.
Il polpettone sfornato
Come si presenta all'interno
Xoxo

martedì 9 agosto 2011

I falafel del martedì

Eccomi per una nuova ricettina, semplice semplice ma buonissima!! Per chi non li avesse mai provati i falafel sono delle polpettine di ceci mediorientali, considerati piatto nazionale in Israele e sono totalmente vegetariani e vegani. Dunque cominciamo!

Ingredienti:
250g di ceci secchi
coriandolo
cumino
prezzemolo
aglio
sale
olio
limone

Procedimento:
Lasciate i ceci a bagno per almeno 24 ore con un po' di bicarbonato. Scolateli e sciaquateli. Tagliate la cipolla finemente e fate lo stesso con l'aglio. Infilate tutto nel mixer aggiungendo le spezie, il limone e il sale. Lasciate riposare l'impasto per almeno mezza giornata in frigorifero. Prendete una teglia e oliatela per bene, formate delle palline (io le ho fatte della grandezza di un'oliva perchè sono un'ottima idea per un aperitivo, ma potete farle anche più grandi) e riponetele sulla teglia. Irrorate bene ogni polpettina con l'olio altrimenti poi in cottura seccano troppo. Cuocere per 20 minuti in forno già caldo a 180°. Il risultato è che fuori i vostri falafel saranno scuri e croccanti (molto meglio della frittura) e dento, invece, chiari e teneri. A casa mia sono scomparsi in cinque minuti.
Se volete potete anche accompagnarli con una salsina velocissima in cui intingerli.

Ingredienti per la salsa:
qualche cuicchiaio di tahine
prezzemolo
limone
sale

Procedimento:
In una ciotolina (io le ho fatte personali così se si vuole si può direttamente intingere) mettete un po' di salsa tahine, prezzemolo, sale e limone e girate bene con un cucchiaino.

Xoxo

domenica 7 agosto 2011

Mi sono scappati aglio e acciuga!!

Oggi una ricettina semplice semplice: pasta alla puttanesca, anzi alla vegganesca! Eh si perchè le aggiughe mancano e non c'è nemmeno l'aglio perchè in famiglia facciamo fatica a "mandarlo giù" diciamo :)

Ingredienti:
pasta di farro
pomodori
basilico
olive nere
capperi
olio al peperoncino
semi di sesamo tostati

Procedimento:
Mentre la pasta è sul fuoco (quella di farro cuoce di meno, tiene meglio la cottura e ha un bel colore) tagliate i pomodori e le olive e spezzerrate il basilico con le mani, mi raccomando non usate lame perchè diventa amarognolo. Aggiungete anche i capperi. Scolate la pasta e lasciate raffreddare un momento altrimenti vi si cuociono i pomodori e nel frattempo fate tostare i semi di sesamo. Attenzione che "saltano" perciò copriteli magari. Aggiungete la pasta scolata, i semi per dare croccantezza e abbondate con l'olio al peperoncino se vi piace piccante!

Xoxo

sabato 6 agosto 2011

I miei primi wurstel di tofu

L'esperimento è di qeusta mattina ed è stato la cena di questa sera, molto apprezzato fortunatamente. Avevo un panetto di tofu in scadenza e soprattutto volevo provare a fare qualcosa che assomigliasse ai wurstel visto che mi ero cimentata con le salsicce. Siccome il seitan, però, contiene glutine e può risultare di difficil digestione anche per un non celiaco ho deciso di fare qualcos'altro. Ammetto che il procedimento va migliorato, soprattutto per quanto riguarda la fase di "incartamento" poi, per il resto, ci siamo, quindi seguirà una seconda versione appena avrò tempo di provare. Ultimo avvertimento: sembrano facili, ma dare al composto la forma quando non è ancora cotto è complesso, quindi armatevi di tempo e pazienza. Bene, cominciamo:

Ingredienti:
300g di tofu
2 pomodori belli maturi sbucciati e privati dei semi
cipolla
coriandolo
pepe nero
pepe bianco
prezzemolo
farina di ceci q.b.

Procedimento:
La parte iniziale è piuttosto semplice: armatevi di un mixer e infilateci dentro tutti gli ingredienti (abbondate pure con le spezie). Fatelo lavorare finchè non ottenete un composto omogeneo. Mi è venuto in mente mentre lo facevo che potrebbe essere un ottimo ripieno per le torte salate al posto della ricotta, di sicuro in quel caso avrete meno lavoro perchè basta infilarlo nella sfoglia e cuocerlo. Ma se volete provare i wurstel ora comincia il bello. Versate il composto in una ciotola e aggiungete della farina di ceci finchè si rapprende un po'. preparatevi della carta argentata tagliata a rettangoli grossi e infilate in ciascuno di essi un po' del composto (le dosi sono per 6 wurstel grandi). Aiutandovi con la carta arrotolateli tenendo ben fermi i lati e poi chiudeteli a caramella stretti stretti. Infornateli per 30-45 minuti in forno già caldo a 180° e a questo punto vi ritroverete a pregare avendo visto il composto. Non vi preoccupate: vengono. anzi, il tofu creerà da solo una pellicina esterna che ricorda davvero il wurstel (non chiedetemi perchè). Lasciate raffreddare, io li ho lasciati in frigo appena sono stati a temperatura ambiente, e continuate ad avere fede, mi raccomando. Quando sono ben freddi apriteli e ripassateli in padella con un filo d'olio o alla piastra, come preferite.
La parte da migliorare è quella dell'insaccatura, perchè parte della pellicina naturale mi è rimasta attaccata al carta argentata; probabilmente va unta d'olio prima di metterci il composto. Se volete provate, male non dovrebbe fare.
E poi bon appetit!

Xoxo

venerdì 5 agosto 2011

Consigli letterari /2

Rieccomi qui!
Mi è venuto in mente ora che all'inizio dell'anno mi è capitato di leggere un romanzo decisamente interessante. Non era un'ultima uscita, ma generalmente arrivo sempre dopo. Si tratta di "Le ho mai raccontato del vento del nord" di Daniel Glattauer.
Mi è capitato in mano un po' per caso e ammetto che il titolo e la copertina mi hanno convinta a prenderlo. Per il resto non sapevo nulla nè della storia nè dell'autore. Quando l'ho aperto e ho visto che si trattava di un continuo scambio di e-mail mi è venuto un po' male. Non sono mai riuscita a leggere un romanzo epistolare. Un romanzo composto da e-mail mi sembrava un incubo. Ma siccome sono testarda e il libro non è molto voluminoso ho deciso che l'avrei comunque iniziato e meno male!
Il problema maggiore per un singolo scrittore che si trova a inviare e-mail da personaggi differenti è rischiare di mescolare i caratteri o la "parlata" caratteristica. È un errore che Glattauer non commette mai, anzi, riesce così bene nell'impresa che dopo non molte pagine chi sta parlando si riconosce alla perfezione senza dover andare a leggere la firma. Non vi svelo nulla della storia, ma anche lì bisogna ammettere che all'autore piace correre rischi. ha scelto un argomento che poteva facilmente scvolare nella banalità e in qualche punto ci si ritrova a dirsi "ecco, ora va' a finire lì" e invece è sempre in grado di stpire piacevolmente. La parte più complessa è sempre il finale, ma anche qui Glattauer ha una destrezza tutta particolare. si rimane con il libro in mano dopo vaer voltato l'ultima pagina e si ha la sensazione di aver appena accompagnato all'aeroporto un caro amico che parte per un lungo viaggio. Se non ho letto il seguito è solo perchè avevo paura che non rispettasse le mie altissime aspettative dopo aver terminato questo, ma chissà, magari un giorno troverò il coraggio. Nel frattempo ve lo consiglio se avete voglia di distrarvi un po' (magari in spiaggia o in piscina?) ma con della buona letteratura che non si dimentica dei sentimenti, nè della buona scrittura.
Buona lettura!



Xoxo

martedì 2 agosto 2011

Peperoni del nuotatore

Lo so, sono di nuovo peperoni ripieni, però sono un pochino diversi dagli altri e quindi ho pensato di postarli lo stesso, spero li apprezziate :) Del nuotatore semplicemente perchè oggi sono stata in piscina a fare un po' di vasche.

Ingredienti:
un peperone bello grosso
soia disidratata
fiocchi di ceci
una manciata di lenticchie rosse
cipolla
salvia
rosmarino
salsa di soia
concentrato di pomodoro

Procedimento:
Lavate e tagliate il peperone. Nel frattempo mettete sul fuoco un pentolino d'acqua, quando bolle aggiungete della salsa di soia e tuffateci la soia disidratata e le lenticchie rosse. Se l'acqua si consumasse aggiungetene altrimenti si attacca. Lasciate andare il tutto per un quarto d'ora circa. Nel frattempo fate passare i peperoni in micronde per cominciare a cuocerli, così poi potete passarli in forno solo per la doratura 8qui ha cominciato a fare caldo e stare con il forno a 180° non è proprio un piacere). A questo punto aggiungete anche i fiocchi di ceci e lasciate sul fuoco ancora una decina di minuti. In questo modo sia i ceci che le lenticchie si sfalderanno creado una bella cremina. Aggiungete le spezie, io ho messo salvia e rosmarino e un po' di pasta di cipolla, fondamentalmente perchè non avevo voglio di tagliarne una. Alla fine mettete un goccio di concentrato di pomodoro per fargli prendere colore (se vi piace il gusto potete aggiungere salsa di soia, io ci vado cauta perchè mi ci vuole un po' di tempo per abituarmi ai sapori nuovi). Riempite i peperoni con il composto e lasciate dorare in forno. Io consiglio di lasciarli raffreddare e mangiare poi a temperatura ambiente, ma se preferite caldi sono ottimi comunque.
Sembrano di carne o no??

Xoxo

lunedì 1 agosto 2011

Inauguriamo i... Consigli letterari!

Premessa: adoro leggere, ma non sono facile da accontentare. Per questa ragione è piuttosto difficile che un libro riesca realmente ad entusiasmarmi e a finire nella mia magica rubrica dei migliori libri letti. Perciò non so quanti libri vi consiglerò, nè se vi piaceranno perchè i miei gusti sono strani.
Detto ciò passiamo al vero protagonista:


Come sono arrivata a questo libro? Beh, me ne ha parlato Matteo perchè glielo aveva consigliato Gabriele, che lavora in una libreria qui di Pavia, ma che non aveva ancora avuto occasione di leggerlo. Così l'ho fatto io. Sapendo che a lui non piace leggere narrativa non mi aspettavo un romanzo e, infatti, non lo è, ma la storia è più valida di qualsiasi romanzo che abbia letto ultimamente. La vita supera sempre la finzione in un modo o nell'altro.
Dunque, il titolo è Hemingway contro Fitzgerlad. Il racconto di un'amicizia difficile; di Scott Donaldson, Edizioni e/o. Si tratta di undici capitoli per 476 pagine che narrano le vicende personali dei due più grandi autori americani che, a mio parere, siano mai esistiti e mai esisteranno, la loro amicizia, i rapporti difficili con la famiglia, la vita letteraria, insomma: tutto. Se amate questi autori come me, o anche solo uno dei due; o se vi interessa approfondire cosa ci sia dietro ad un genio letterario così grande non riuscirete a staccarvi dal libro. Io l'ho iniziato venerdì e l'ho finito oggi, contate che, però, venerdì sono stata a Milano e sabato e domenica a Roma, quindi non ero esattamente in casa/spiaggia/piscina a leggere!
Vi riporto il retrocopertina:
Ciò che Fitzgerald amava di Hemingway era la versione idealizzata di quel tipo d'uomo - coraggioso, stoico, autorevole - che lui non sarebbe mai stato. Ciò che Hemingway amava di Fitzgerald era la vulnerabilità e il fascino che il personaggio in cui si era calato gli imponeva di disprezzare. In effetti, erano tutti gli ingredienti di una storia toccante: quella di un grande scrittore che non si risparmia le umiliazioni, cercando invano il sodalizio con un altro scrittore dal cuore duro come la pietra.
Due scrittori, due uomini, un'amicizia che finisce male. Eppure tutto era iniziato bene nella Parigi degli anni Venti dove vivevano i più brillanti tra i giovani talenti americani, da John Dos Passos a Gertrude Stein. Fitzgerald, reduce dal recente trionfo del Grande Gatsby, incontra Hemingway che cerca un editore per il suo primo libro. Fitzgerald l'aiuta. Hemingway non glielo perdonerà mai.
Uno straordinario libro sul lavoro, sulla psicologia e sulla vita privata degli scrittori; sull'amicizia, la gelosia, la cattiveria negli ambienti letterari; sui trionfi e sulle catastrofi dell'alcol nella vita degli autori. Due uomini, due miti, due Americhe, due diverse parabole verso la stessa autodistruzione.
Scott Donaldson è uno dei massimi esperti della vita e dell'opera di Hemingway e Fitzgerald.

Che dirvi, buona lettura!

Xoxo


Le salsiccette del ritorno

Eccomi qui, appena tornata da uno splendido week end a Roma!! Mi sono divertita davvero parecchio e ho avuto la fortuna di spaccare il minuto con il frecciarossa sia all'andata che al ritorno. Quando Trenitalia funziona bisogna pur ammetterlo!
Comunque, questa mattina dopo aver visto il relatore (ah, da venerdì sarò davvero finalmente in vacanza anche dalla tesi!) ho deciso di provare a creare delle salsicce vegetariane. sono venute bene, perciò le condivido con voi. Come al solito sono molto semplici.

Ingredienti:
una confezione di istant seitan (120g)
acqua un bicchiere
pepe nero e bianco
noce moscata
cipolla
alga wakame secca ridotta in polvere (non troppa mi raccomando!)
curcuma (non troppa sennò vi diventano gialli)
coriandolo
prezzemolo
peperoncino
paprika dolce (se le volete più rosee tipo wurstel)
succo di limone

Procedimento:
Mettete l'istant seitan in una ciotola e aggiungete tutte le spezie, mescolando con un cucchiaio. Aggiungete quindi l'acqua finchè il composto non ne assorbe più e a quel punto impastate con le manine (è tipo un impasto da pane morbido, molto umido). Prima preparatevi dei quadrati di carta d'alluminio dove avvolgerete i vostri salsicciotti. Quindi strappate un pezzetto del composto, allungatelo (essendo glutinoso farà tipo elastico, ma non vi preoccupate), mettetelo nella carta e dategli la forma. Chiudeteli bene bene e tuffateli in acqua bollente per mezz'ora. Scolateli in un piatto facendo attenzione a non bruciarvi e lasciateli raffreddare.
La salsicciotto incartato e scolato
Le salsiccette!

Una volta freddi o tiepidi apriteli, mettete un filo d'olio in padella e spadellateli finchè dorano. Potete anche farli alla griglia ovviamente. A questo punto sono da mangiare. Se vi piace la salsa di soia vi consiglio di condirli poi con un po' di quella quando li avete nel piatto e gnam, buon appetito!

Xoxo